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Ricerca e Sviluppo, la "Biofirma"

 

Il problema della firma

La certa attribuzione di una grafia o, nello specifico caso in esame, di una firma è oggetto di animati dibattiti in ambito giuridico. 

Appena nel Novembre del 2008 l’avvocato Giorgio Vanacore pubblicava sul portale overlex.com un’attenta disamina della questione citando numerose sentenze in cui la tesi grafologica veniva accolta con un atteggiamento “quanto mai cauto e al contempo rigorista”. L’opinabilità del metodo è sottolineato da questo frammento del Tribunale Milano risalente al 9 aprile 1998: “Avendo le indagini grafiche limitato valore probatorio perché prive del carattere di compiutezza e di assoluta certezza in quanto fondate su tecniche interpretative diverse e contrastanti, è indispensabile riferirsi a tutti gli altri elementi di prova al fine di desumere le complessive ragioni del convincimento giudiziale”.

Dunque da un punto di vista strettamente legale la validità di una perizia grafologica al fine di riconoscere in modo certo la paternità di una firma incontra degli inevitabili limiti. 

In ambito informatico si è adottata una strategia alternativa: la firma digitale. Nonostante la sua incontrovertibile validità questo metodo incontra una certa resistenza presso gli utenti di particolari ambiti applicativi in cui la necessità della carta non sia stata del tutto eliminata dagli sforzi della dematerializzazione e in cui il normale processo di lavorazione documentale preveda l’intervento di operatori non specializzati e quindi, ragionevolmente, privi del certificato digitale richiesto.

Digiwrite sta sviluppando un metodo oggettivo e imparziale, dalle prestazioni scientificamente misurabili e in grado di rispondere in tempo reale che permette una verifica della firma scritta con percentuali di successo vicine al 100%.

Il processo è basato su sofisticati algoritmi propri della ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale e che hanno dato ottimi risultati in tutti gli ambiti applicativi. Il principio è lo stesso dei sistemi esperti in grado di riconoscere, previo opportuno training, uno specifico pattern, sia esso un’immagine, un suono o un altro fenomeno fisico opportunamente digitalizzato. 

Nel caso specifico il sistema di riconoscimento delle firme viene addestrato con un insieme di firme autenticate (da cinque a dieci) ed è, da quel momento, in grado di distinguere le firme vere da quelle false.

Come funziona?

Prima della verifica vera e propria ogni firma (sia che sia una firma di addestramento che di verifica) passa per una fase di pre-elaborazione che la “normalizza” in modo da renderla invariante a rotazione, traslazione e scalatura.

Nella fase di learning gli esemplari vengono analizzati secondo due punti di vista diversi: grafico e stilistico.

 

L'analisi grafica prevede l'investigazione di alcune caratteristiche globali del segno lasciato dalla penna (rapporto delle dimensioni delle lettere, posizione del centro, numero di massimi locali e loro posizione, etc.).

L’analisi stilistica della firma, invece, necessita di informazioni biometriche temporali (tempo richiesto per il tracciamento dei diversi tratti della firma) e di pressione (pressione esercitata nei diversi punti della firma). Il sistema raccoglie dati sui tempi, sulle pause, sulla forza applicata nei singoli tratti e sulla velocità. Questi dati convergono in un'analisi statistica che estrapola l'archetipo della firma dell’utente che viene poi utilizzato per la verifica.

La fase di verifica è analoga a quella di learning. Entrano in campo due agenti:

1) agente di verifica grafica: serve per identificare i cosiddetti random forgery (firme contraffatte da impostori che non sanno di esserlo: es. Mario Rossi firma col suo nome al posto di Paolo Verdi) e simple forgery (firme contraffatte da impostori che sanno di esserlo ma non sono abbastanza bravi: es. Mario Rossi firma al posto di Paolo Verdi col nome Paolo Verdi, ma non conosce la firma di Paolo Verdi o non ha la capacità di imitarla alla perfezione)

2) agente di verifica stilistica: serve per identificare i cosiddetti strong forgery (firme contraffatte da impostori che sanno di esserlo e conoscono la firma dell'account: es. Mario Rossi firma al posto di Paolo Verdi col nome Paolo Verdi conoscendo, o addirittura ricalcando la firma di Paolo Verdi).

Le operazioni compiute dagli agenti sono sequenziali e bloccanti, cioè viene eseguita la verifica stilistica solo se quella grafica non ha già etichettato la firma da controllare come falsa.

La novità di questo meccanismo risiede nella possibilità di associare al tradizionale confronto visivo – che potrebbe essere messo in crisi da una firma identica ottenuta ricalcando l’originale – un confronto dei dati biometrici, che rappresentano una caratteristica personalissima dell’individuo al pari delle impronte digitali. La penna Anoto, in grado di rilevare questi dati, è lo strumento capace di fare la differenza.

Il sistema prevede l’addestramento tramite una serie di firme stilate su un modulo Anoto che verrà autenticato da personale preposto e conservato secondo i canoni di sicurezza previsti dall’autorità competente. L’utente verrà registrato nel sistema con i suoi dati anagrafici e i dati risultanti dall’analisi delle firme verranno conservati in un repository separato dai riferimenti anagrafici, per aumentare la sicurezza e la privacy. In seguito ogni volta che verrà richiesta la firma dell’utente verrà utilizzata la procedura di riconoscimento che darà immediatamente il suo responso.

 

Non solo firma digitale, ma anche firma elettronica avanzata (o "firma biometrica")

 

Il nuovo CAD ("Valore probatorio del documento informatico sottoscritto") apre scenari davvero interessanti.

In pratica, la capacità della penna di catturare i dati biometrici, consente, previa la semplice marcatura temporale (e quindi senza l'utilizzo di certificati digitali di firma) di mandare immediatamente al conservatore il documento firmato e procedere alla dematerializzazione dello stesso, eliminando la carta alla fine del processo.

In caso di contestazione in tribunale vengono portati i dati biometrici e il perito grafologo ha il compito di confrontarli con la firma autografa.

Questa casistica è valida per tutte quelle firme che non sono apposte su scritture private, è solamente necessario allegare i dati biometrici per procedere alla conservazione. L'onere della prova spetta al firmatario. Il CAD fa così coincidere la cosìdetta "firma biometrica" con la "firma elettronica avanzata".

Nota: Tali sistemi sono in fase avanzata di sviluppo da parte di Digiwrite e di rigoroso test tecnologico e di validazione in collaborazione con esperti del settore della perizia calligrafica in ambito giuridico.

 

 

 

 

 

 

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